Sbagliare vuol dire “fare esperienza” e chi pensa di esserne immune rischia di restare fermo sempre allo stesso punto. Scopri il perché.
Da qualche mese a questa parte ho iniziato un percorso di “potenziamento personale”: una serie di corsi che mi stanno fornendo delle nuove abilità per gestire meglio non solo me stesso, ma anche i miei rapporti con gli altri.
Devo dirti che la cosa sta avendo un notevole successo, tant’è vero che non solo i miei allievi, ma anche molte delle persone che mi seguono sui social, hanno iniziato a contattarmi in privato per dirmi quanto percepiscano questo cambiamento positivo. “Ti vedo diverso”, “ti vedo con una luce migliore”, “ti vedo cambiato” sono solo alcune delle frasi che mi vedo scrivere o che mi sento dire dal vivo e, ovviamente, la cosa non può che farmi piacere.
Tutto è partito perché sentivo una discrepanza tra “ciò che volevo fare” e “ciò che pensavo di dover fare”.
A te è mai capitato di prendere coscienza di questa cosa? Di voler fare ardentemente un’esperienza ma di sentirti bloccato?
Ieri ho recuperato un bellissimo film in cui, ad un certo punto, uno dei personaggi dice: “un conto è conoscere il sentiero, un conto è imboccarlo”. A quella frase mi sono praticamente illuminato e mi sono detto che forse io quel sentiero lo conoscevo pure, ma che non riuscivo ad iniziarlo. In altre parole, sapevo cosa dovevo fare ma non riuscivo a farlo. Ed è a questo punto che mi sono fatto la domanda delle domande: “perché?”. Perché pur sapendo ciò che volevo non agivo? Cosa mi tratteneva dal passare all’azione?
La risposta a tutte queste domande mi è arrivata quando, dopo aver pubblicato quella battuta in una delle mie storie di Instagram, un ragazzo mi ha scritto: “per non sbagliare, questo sentiero devi imboccarlo insieme a qualcun altro”. Sbagliare… Sbagliare… Sbagliare… Quella parola mi è risuonata così tante volte in testa che alla fine mi sono illuminato. Il mondo in cui viviamo non accetta l’errore. Chi sbaglia è destinato ad essere additato come un fallito. Più fallisci più hai paura di sbagliare. E più hai paura di sbagliare più hai paura di agire. Così finiamo per conoscere la teoria molto bene a memoria ma di non metterla mai in pratica per paura di perderci. Sei d’accordo?
Non pensare, però, di chiedere una mano a qualcun altro. Anatema!!! Le persone che ci circondano infatti, non solo non possono aiutarci, ma molto spesso, in virtù del fatto che semplicemente non sono noi, ci allontanano dal nostro sentiero. Per quanto ci possano essere affini, sono soggetti completamente diversi, con caratteristiche personali ben definite e lontane dalle nostre.
Insomma, siamo soli. E soli dobbiamo imparare ad agire e a sbagliare. Senza paura di essere etichettati come falliti. Si sbaglia per capire cosa funziona e cosa non funziona.
Sbagliare non significa fallire ma imparare qualcosa di nuovo. Ergo: agisci e fregatene!
Nicola Ferrentino
